Pagina:Lucrezio e Fedro I.djvu/161

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di Tito Lucrezio Lib. III. 123

     340Nè già creder si dee, che tal natura
     Semplice sia; poichè un sottile spirto
     Misto con vapor caldo a’ moribondi
     Dal petto esala, e il vapor caldo a forza
     Trae seco d’aria qualche parte, e mai
     345Non si trova calor, che, in se mischiato
     Aere non abbia: poichè rara essendo
     La sua natura, è necessario al certo,
     Che fra gli atomi suoi molti principj
     D’aria siano agitati. Or dunque omai
     350Della mente, e dell’alma abbiam trovato
     Tre varie essenze; e pur tre varie essenze
     Non son bastanti a generare il senso.
     Conciossiachè capir nostro intelletto
     Non può giammai, come di queste alcuna
     355Basti a produrre i sensitivi moti,
     Che a più cose applicar possan la mente.
D’uopo fia dunque aggiungere una quarta
     Natura; e questa totalmente è priva
     Di nome, nè di lei si trova al mondo
     360Più nobil cosa; o di più tondi semi.
     Questa pria per le membra i sensitivi
     Moti distribuisce; e perchè fatta
     E d’atomi assai piccioli, si move
     Pria d’ogni altra natura: il caldo quindi,
     365Quindi dell’aura l’invisibil forza
     Riceve il moto, e quindi l’aere, e quindi


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