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in un ospedale 89


zioni, fatte spesso in difficili condizioni sul campo, poi alla rapidità del trasporto dei feriti dalle ambulanze agli ospedali — per la quale si sono potuti ricevere a Milano dei feriti caduti il giorno prima sull’altipiano del Carso — e infine alla perizia, all’amore, all’infaticabilità dei medici e degli infermieri ai quali è affidata la cura vera e definitiva.

Se è meraviglioso l’organismo che abbiamo saputo creare nei servizi sanitarî della guerra, più meraviglioso è lo spirito che li anima. Nella lotta ostinata contro la morte, il personale ospedaliero di dottori, di dame volontarie, di suore, non si concede riposo. Le esistenze in pericolo sono difese con un accanimento silenzioso fatto di sacrifici. Se il morale dei feriti è così alto, molto si deve all’atmosfera di protezione affettuosa che li circonda, alla vigilanza attiva e ininterrotta che ognuno sente intorno al proprio male. Il male appare già guarito per il fatto che è così curato. Non ci si pensa più tanto, e la mente vola alle speranze.

Perciò il ferito sorride.