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134 tra le balze dell'adige


Come nella valle Giudicaria, anche in quella dell’Adige i due fronti si consolidano lontani fra loro, separati da una zona aspra nella quale serpeggia la guerrilla delle avanscoperte. In tutte queste vallate vi è stata un’analogia di azione e di intenti, che ha condotto ad una analogia di situazioni.

Qualche colpo di cannone da una parte, qualche colpo di cannone dall’altra, urti di pattuglie, ma nel complesso la guerra qui marca il passo in un’attesa guardinga. Vi sono delle posizioni d’avamposti alle quali non si arriva che per osservare. Sono cucuzzoli di alture che l’artiglieria ha sterilito e denudato, perchè quando vi arrivano gli austriaci li bombardiamo noi, e quando vi arriviamo noi li bombardano gli austriaci. Si sente, s’intuisce che ogni movimento di masse qui dipenderà da movimenti che si svolgono altrove. Per ora i due fronti avversari si limitano ad accumulare ostacoli.

Sul Biaena le fortificazioni austriache si vanno delineando come delle ferite sulla immane faccia del monte. Sono scorticature di rocce, tratteggi di terra smossa. Il materiale scavato, trasportato dalle piogge, ha formato delle colate chiare e rosate nei canaloni e sulle pareti a picco delle creste. Si scava e si scava lassù.

Il Biaena, vario, tutto pianori e dirupi, coronato da rocce a picco, fronteggia un gomito dalla valle dell’Adige, al di là della cittadina di Mori, e si presta ad una difesa di sbar-