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tra le balze dell'adige 135


ramento. Sulla sua vetta lo scoglio appare forato da cannoniere. La fortezza più alta non è sul monte, è dentro al monte. Ci sono voluti anni di lavoro per annidare le artiglierie nel cuore delle immani scogliere.

Le opere colossali che l’Austria aveva fatto sulle formidabili barriere delle Alpi dimostrano non soltanto la preparazione minuziosa di una guerra per noi inevitabile, ma dimostrano anche un concetto altissimo del nostro valore. Non è contro un avversario disprezzabile che si accumulano ostacoli di questa mole. Quando noi ci sentivamo più deboli, l’Austria c’indovinava forti, ci presentiva pieni di energie imprecisabili, di risorse imprevedibili, di volontà insospettate. Nessuna posizione le pareva solida abbastanza, e per poterci battere apprestava le armi più numerose e possenti che la scienza militare moderna sia in grado di fornire.

Il Biaena, con le sue trincee che sembrano sospese come cornici al bordo di pareti rocciose, con i suoi sentieri coperti che cercano il cavo ombrato dei canaloni, con le sue batterie che s’intravvedono nel verde delle boscaglie, con le sue fortezze nascoste nella sagomatura turrita della cresta, il Biaena ampio, oscuro, ostile, imponente, un po’ velato nello sfondo della Valgarina inondata di sole, non è che un monumento di paura.

I nostri soldati lo osservano con olimpica