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una maestosa battaglia di fortezze 145


visto bene poichè sono stati fatti prigionieri anche loro.

La conquista del Salubio ha inutilizzato le difese più basse nella valle, create sull’altura di Telve, che è come uno sperone del Salubio avanzato verso il corso del Brenta a sovrastare la cittadina di Borgo. Quest’altura, fulva, nuda, regolare, appare tutta rigata da trinceramenti formidabili in cemento armato. La sua fortificazione deve essere costata milioni. L’allineamento oscuro delle feritoie, nell’ombra della blindatura, si tratteggia su tutto il declivio, fino al paesello di Telve, che sorge ai piedi del colle, e le cui casette bianche si sovrastano, come per contemplare la valle, l’una al di sopra del tetto dell’altra. La rovina turrita di un castello allarga sulla vetta della collina la cinta delle sue muraglie diroccate. L’altura è stata abbandonata senza lotta.


Attraverso la vallata ubertosa, seguendone la dolce curva, Borgo, l’ultima città conquistata, si distende; e da lontano essa appare come un chiaro festone di case che si attacchi alle prime pendici del Salubio, da una parte, e a quella del monte Armentera dall’altra. L’Armentera è pure nostro. Mentre avanzavamo alla destra sul Salubio, avanzavamo alla sinistra dal monte Civaron, preso nel giugno e dal quale gli austriaci hanno tentato inutilmente di scacciarci.