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164 fra i torrioni delle dolomiti


i sentieri della foresta, risalendo nel fondo della valle d’Andraz, contornando le falde del monte. La notte era oscurissima, ma di tanto in tanto di fra i rami degli abeti scendeva improvviso e vivido un raggio bianco, che illuminava i tronchi e le pietre; i soldati si fermavano un istante nelle ombre. Erano i proiettori austriaci che frugavano gli approcci. Investiti dal chiarore subitaneo, i nostri avevano sempre, per un istante, l’impressione di essere stati visti, come se quel raggio fosse stato uno sguardo soprannaturale e fosforescente, e impugnavano il fucile in atteggiamento guardingo. Poi le tenebre si richiudevano più profonde; il lieve rumore eguale dei passi era coperto dallo scrosciare del torrente.

L’assalto dato il 16 luglio conquistò i primi trinceramenti, sui contrafforti che scendono verso Agai e verso Pieve. Fu preparato da un intenso fuoco di artiglieria. I cannoni tiravano alternativamente prima a granata, per demolire le difese e forzare il nemico ad abbandonarle, e poi a shrapnell per colpirlo nella fuga. L’assalto fu magnifico. Si videro le nostre file uscire dal folto del bosco nelle prime radure e salire con un impeto irresistibile, formando un formicolìo grigio e veloce e ululante su tutto il costone. Delle mine scoppiavano; il fumo e il polverone delle esplosioni avvolgevano a tratti l’assalto in un nembo rossastro; poi al dissiparsi della nube si scorgevano i no-