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lata della Drava. Sono le strade per Toblach e per Welsberg, lungo le quali la nostra azione punta.


Il nemico accumula qui tutte le difese possibili, con una concitazione che somiglia all’allarme. Esso protegge energicamente gli approcci della Drava, che costituisce la sua comunicazione unica e vitale col Trentino e sul cui fianco sente gravare la minaccia delle nostre armi. In questo momento anche le lontane montagne di Toblach si stanno fortificando, secondo le voci che circolano fra gli abitanti, e tale eccesso di previsione rappresenta un riconoscimento inconfessato ma convinto del valore del nostro esercito.

La natura favorisce le opere della difesa. Ad una decina di chilometri al nord di Cortina e di Misurina, le due valli parallele sono traversate da occidente ad oriente da una vallata profonda, oltre la quale si ergono montagne immani e dirupate, che dopo un breve declivio, salgono fino ai tremila metri con pareti quasi a picco. Noi teniamo quasi tutti i massicci al di qua della vallata, il nemico tiene quelli al di là. I ciglioni sono fortificati. Gli austriaci non si sono contentati di erigervi delle trincee in cemento, preparate chi sa da quanto tempo, ma hanno disteso sul bordo degli abissi larghi reticolati, aspettandosi l’attacco anche dall’inaccessibile.