Pagina:Luigi Barzini - Al fronte (maggio-ottobre 1915).djvu/75

Da Wikisource.

ai piedi del carso 47


tivamente alla disciplina militare che li circonda.

Qualche donna conduce dietro di sè la mucca, l’unica ricchezza rimasta alla famiglia, e tira faticosamente sulla cavezza per indurre la povera bestia, stupefatta ma placida, ad allungare il passo. Si vedono dei bambini feriti, sui quali delle fasciature fresche e ben fatte indicano la cura dei nostri posti sanitarî.

La carovana continua il cammino, lentamente, verso l’Isonzo. Un’altra si avvicina, ma ben diversa. Questa è composta di nomini validi.


Dopo che l’Austria, con la leva in massa, ha portato via da questi paesi tutti i maschi dai diciassette ai cinquant’anni, dopo la fuga di tutte le persone notoriamente irredentiste, dopo l’arresto e l’internamento di tutte quelle altre persone che erano semplicemente sospette d’irredentismo, ogni uomo valido che s’incontra è un individuo sospetto. Nove volte su dieci non è nemmeno italiano. Lo dice la sua faccia, lo dice la sua maniera di mettersi sull’attenti per affermare: Son taliano!

Nei primi momenti dell’occupazione non ci si è fatto caso. Ma non abbiamo tardato ad accorgerci che eravamo circondati da spie. Le nostre ricognizioni sorprendevano sventolamenti di bandierine nell’alto dei villaggi. Il passaggio di truppe in alcuni nodi di strade combinava stranamente con l’incendio di un mucchio di