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ricchezze e miserie 115




La prima ricchezza dell’Argentina è la vastità. L’Italia potrebbe esservi contenuta dieci volte; la Germania sei. Dalle regioni tropicali del Gran Chaco e di Missiones si svolge fino alle nevi eterne dello stretto di Magellano ed ai fiords ghiacciati della Terra del Fuoco; quasi tutti i prodotti della terra potrebbero esservi coltivati. Essa offre tutti i climi e tutte le altitudini. Le sterminate pianure delle Pampas, quell’oceano di terra, potrebbero offrire il grano per mezzo mondo. Gl’immensi fiumi Uruguay e Paranà, il Rio Colorado, e più giù nella Patagonia il Rio Chubut, il Rio Senger, il Rio Deseado potrebbero alimentare l’irrigazione di territorî sconfinati, e servire di via ad un immenso traffico fluviale che colerebbe nei porti marini per ripartirsi sulla terra. Nei boschi impenetrati del nord, quasi fuori del dominio umano, si celano i legni preziosi, il cautciù, la china, e nei boschi della estrema Patagonia e della Terra del Fuoco crescono gli abeti colossali e i pini che potrebbero essere la grande riserva dei legnami da costruzione del mondo. È vero che a dieci leghe da una ferrovia o da un imbarco il valore dei prodotti è assorbito dal trasporto; ma è anche vero che pochi paesi come l’Argentina si prestano a gettarvi attraverso delle strade ferrate, rapidamente e a buon mercato. Infine sulle pianure argentine pascolano ventidue milioni di buoi, quattro milioni e mezzo di cavalli, settantaquattro milioni di pecore. Pensate quale eldorado potrebbe essere questo infelice paese, dal quale tanti emigrati fuggono!

Quelle cifre hanno pur sempre un grande fascino per chi le considera astrattamente senza tener conto di tutte le circostanze che abbiamo esposto. Di quelle