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116 l’argentina e gli italiani


cifre si parla all’estero, e non si parla del resto. Il quadro descrittivo dell’Argentina è sintetizzato così: due milioni e mezzo di chilometri quadrati, dei quali ottocentomila coltivabili, cento milioni di animali da pascolo e meno di cinque milioni d’uomini; è una ricchezza senza riscontri nel mondo. Tutto il resto appare transitorio; i popoli si modificano, i cattivi governi passano, gli uomini muoiono, e la terra resta con i suoi tesori inesauribili. L’avvenire dell’Argentina è fulgido e sicuro! Correte a prendere i primi posti o folle di emigranti! perchè indugiate? correte presto; e che importa se voi e anche i vostri figli morrete soffrendo prima che si alzi il sipario! Pensate alle future civiltà neo-latine, e correte....

È bello fantasiare sul futuro, ma noi non possiamo uscir fuori della vita attuale per mirarne la storia attraverso la seducente prospettiva dei secoli. Non possiamo fissare unicamente, impassibili, i lontani successi d’una guerra senza vedere nè voler vedere la infinita schiera dei caduti, senza sentirci chiamati dal disperato appello dei loro gridi, senza sentirci trascinati a lenire le loro sofferenze, sopra tutto quando si tratta di nostri fratelli, e la guerra è per altri paesi: e specialmente poi quando riconosciamo che le vittime cadono non per la fatalità ineluttabile, ma per le inettitudini e le colpe di altri!

Nell’Argentina bastavano i caduti nella conquista della terra selvaggia, nella tenace lotta contro la natura che difende strenuamente i suoi possessi incontaminati. I nostri lavoratori hanno forte il cuore come forti le braccia; essi accettano con l’animo lieto di speranza quella lotta pericolosa la quale porge poi bene spesso il conforto e il compenso del trionfo.

Ma tutti gli altri caduti? Tutti coloro che dopo anni ed anni di tenace lavoro debbono abbandonare la terra da essi vinta alla Pampa, flagellati dalla miseria che ha tolto loro persino gli attrezzi del lavoro, che li ha