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i figli degli italiani 179


molte volte vedono nell'ignoranza del padre come una prova della inferiorità italiana, e nella povertà dei nuovi emigranti l'indice della miseria nostra. E si confermano argentini con fierezza, e con tutto lo zelo esagerato del neofita, il quale si mostra sempre il fedele più fedele, perchè ha il passato da far dimenticare e perdonare. Nel nostro caso si tratta di far dimenticare e perdonare la origine italiana, che bene spesso è taciuta, dissimulata e talvolta negata.

Con lo studio della lingua italiana sarebbero rivelate loro bellezze e grandezze che non sanno, ricchezze che non immaginano, glorie che nessun paese potè mai vantare.

Il problema dei figli d'italiani è antico quanto l'emigrazione, e si presentò già triste e sconfortante fin da circa quarant'anni or sono alla mente dei patriottici fondatori delle prime scuole italiane nell'Argentina.

La scuola sola poteva dare il rimedio a tanto male. Nella scuola l'anima del fanciullo si scalda dei primi entusiasmi come un ferro alla forgia. Gli uomini e i paesi che impara ad amarvi esso li amerà per tutta la vita, perchè le prime impressioni rimangono profonde nella tenera cera del suo sentimento d'adolescente. Nella scuola si forma la sua coscienza, perchè ivi comincia a distinguere il bello dal brutto e il buono dal cattivo. Occorreva una scuola italiana che fosse anche scuola d'italianità, e a questo scopo, verso il 1866 sorsero a Buenos Aires le scuole delle Società Unione e Benevolenza e Nazionale Italiana.

Dieci anni dopo vennero istituite le scuole femminili della Unione Operai Italiani; nel '77, quelle della Colonia Italiana, e l'anno dopo quelle dell’Italia Unita. Nell'84 sorgono le scuole della Società Venti Settembre e l'asilo dell'associazione femminile Margherita di Savoia; nell'86 le scuole dell’Italia, nell'87 quelle della Patria e Lavoro, nel '90 le scuole della