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208 l’argentina e gli italiani


tro l’inerzia dei Consoli. Sono avvenute cose incredibili, non parlando che di questi ultimi tempi; italiani vessati, truffati, angariati, feriti, assassinati senza che in nome della loro Patria si levasse nessuna fiera voce di protesta. Le autorità consolari domandano spiegazioni alle autorità argentine; queste ne danno — buone o cattive poco monta — le autorità consolari se ne dichiarano più o meno soddisfatte e ringraziano. Le vittime figurano sempre dalla parte del torto, si capisce. Un’infinità di fatti che hanno sollevato l’indignazione pubblica, sono passati, così, come le cose più naturali.

Il tredici del luglio scorso un italiano, un certo Domenico Barolo, venne arrestato senza ragione nella sua casa, a Rosario. Condottolo in istrada gli agenti estrassero le daghe e gli diedero tanti colpi di taglio e di piatto da stenderlo al suolo. Allora chiamarono una vettura e ve lo gettarono di traverso come un sacco, ponendogli i piedi sul petto. Rinvenuto, alla Commisseria, volevano fargli pagare una multa di dodici pesos, ma poi per l’intermissione d’un signore che lo conosceva venne rilasciato. Tutto questo è dettagliatamente narrato da un giornale argentino, la Repubblica, la quale, fatta constatare l’esattezza del racconto, inviò un redattore al Consolato italiano, accompagnato dalla stessa vittima, per fare una protesta. Lo stesso giornale riportava, dopo alcuni giorni, la notizia che le spiegazioni della polizia argentina erano state trovate soddisfacenti dal Consolato italiano. Le ferite, quell’infelice, se le sarebbe fatte da sè, cadendo. Basti il dire — osserva la Repubblica — che egli ha, fra le altre, varie ferite alla sommità del cranio, e per farsele sarebbe dovuto cadere replicatamente con la testa in giù e le gambe in aria, dritto come un uovo.

Di questi fatti ve ne sono a bizzeffe. Un altro, caratteristico. A Bahia Blanca, nel marzo passato, la polizia ha assalito con le armi degli operai italiani