Pagina:Luigi di San Giusto - Gaspara Stampa.djvu/52

Da Wikisource.
48 Luigi di San Giusto



voi mi ponete leggi, che a portarle
non basterian le spalle di Milone,
non ch’io, debole e fral, possa osservarle.

Seguite, poi che il ciel così dispone;
forse che un giorno Amor potrìa mutarle,
forse che un dì farà la mia ragione.


È una minaccia? Quell’essere di continuo disprezzata, quel vedersi in pericolo sempre nella sicurtà del proprio amore, insieme con la tirannica e fredda gelosia del Conte, non poteva non risvegliare in lei i sensi della sua dignità femminile oltraggiata. Già nel core incomincia a sorgerle un oscuro rammarico di ciò che ha fatto! Ella aveva sperato un’amica pace, ed ora si duole con Amore di non avere raccolto che affanni.

E mi trafiggi e mi consumi il core
col mezzo dell’orgoglio di colui,
che tanto gode, quanto altri si more.

Così, misera me, tradita fui,
giovane incauta, sotto fè d’amore;
e doler mi vorrei, nè so di cui.

Questa amaritudine, questo malcontento, che andava sempre più in lei soverchiando la felicità spasmodica dei primi tempi, ora le faceva notare, non senza rimpianto, che v’erano pur tanti ai quali ella piaceva, dai quali avrebbe potuto essere amata, e forse con uno di quelli