Pagina:Luzio-Renier - Mantova e Urbino, Roux, 1903.djvu/28

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lo apparecchiato piacer gli daremo della festa nostra, la qual certo gli piacerà et ad nuy farà gratia singularissima. Et alla sua bona gratia continue ce raccomandiamo.

Mant. XXII decembr. 1486.

Sorores et serve
CLARA ET HELISABET et MAGDALENA
DE GONZAGA MARCHIONISSE


E avevano infatti ben ragione le buone sorelle di desiderare la presenza di Francesco, giacchè Chiara, sposata ormai da cinque anni a Gilberto di Borbone, duca di Montpensier1, doveva essere a Mantova solo per breve tempo, e Maddalena ed Elisabetta eransi promesse in quel medesimo anno (1486) l’una con Giovanni Sforza, sigore di Pesaro, l’altra con Guidubaldo di Montefeltro, duca d’Urbino2. Guidubaldo era in quella occasione venuto incognito a Mantova per vedervi la sposa allora inferma3.

  1. VOLTA Storia di Mantova, II, 200.
  2. VOLTA, op. cit., II, 224; UGOLINI, Storia dei conti e duchi d’Urbino, II, 58. Il contratto per Elisabetta fu stipulato tra il marchese Francesco ed il dott. Pietro Bellanti da Siena, procuratore di Guidubaldo, il 29 agosto 1486, ed alla sposa fu assegnata una dote di ventisette mila ducati (vedi nell’Arch. Gonz. Contratti nuziali, D. III, 23); il contratto per Maddalena fu firmato il 9 settembre. Guidubaldo contava, press’a poco, gli anni della sua fidanzata, essendo nato il 24 genn. 1472 (UGOLINI, I, 499). Aveva poco più d’un anno quando suo padre Federico lo fidanzò con Lucrezia figliuola di Ferdinando d’Aragona; ma i tristi casi sopravvenuti agli Aragonesi resero impossibile questo matrimonio. Cfr. UGOLINI, II, 42-43; anche BALDI, Della vita e de’ fatti di Guidobaldo I da Montefeltro, Milano, 1821, I, 92-94.
  3. Pare non leggermente, se si tien conto di ciò che ne scriveva al Marchese (il 26 agosto ’86) Silvestro Calandra, quel fedele castellano di Mantova, che Elisabetta ricorderà così spesso, con tanto affetto, nelle sue lettere, come il buon mentore della sua fanciullezza. Nella lettera del Calandra leggiamo: "Hozi lo illmo S. Duca ha voluto vedere la spalera et doppo disnare montò in barca per andare un poco a solazo per il laco, dove stette però poco spacio, perchè l’aqua li face male per non gli essere consueto, et smontò al porto de Corte per andare a vedere li Trionphi di Cesare che dipinze il Mantegna, li quali molto li piaqueno, poi se ne venne per la via coperta in castello..." Il mirabile ciclo del Mantegna, che oggi si trova, lacrimevolmente danneggiato, nel castello di Hampton-Court, gli era stato commesso dal march. Francesco ed egli vi lavorò dal 1485 al 1488; poi lo interruppe per recarsi a Roma. Cfr. CROWE-CAVALCASELLE, Gesch. der ital. Malerei, trad. Jordan, V, II, 419-20.