Pagina:Luzio-Renier - Mantova e Urbino, Roux, 1903.djvu/52

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de compagnia a cavallo a Sto Antonio qui apresso fora de porta. Veramente doppo che se partì la compagnia non è mai stato, da la nocte in fora, una hora senza lei, et gli fa più careze che ’l non faceva". Quella castità forzata, unita all’amore per la deliziosa fanciulla diciassettenne, non doveva garbar troppo a Guidubaldo, il quale, allorchè venne il castellano, che con la Duchessa trattava quasi come un padre, gli si mise intorno perchè s’adoperasse a troncare gli indugi molesti. E il Calandra ebbe pietà di quelle impazienze amorose. Ma poichè, come in seguito ancor meglio vedremo, l’Ubaldini era un gran credente nell’atrologia, e non avrebbe mai tollerato che il nipote s’unisse per la prima volta alla moglie se non nel punto astrologico indicato come propizio, l’accorto castellano ricorse agli astrologi e fece loro affrettare il termine stabilito.

Della comica arrendevolezza di questi ... àuguri dà notizia egli stesso al suo signore nella curiosa lettera del 19 aprile già menzionata: "Gionto qua, ritrovai che la opinione del S. Octaviano et de li hastrologi era che lo illmo S.Duca non se acompagnasse cum M.a Duchessa fin al secondo dì de mazo, et vedendo io el prefato S.Duca mal volentiera aspectare fin a quello termine, aciò che S. non se desdignasse, ho facto fare nova electione de poncto a li hastrologi et abreviare il termine, qual è stato assignato per questa sera che è sabato a li XVIIII del mese presente, et cussì cum la pace de Dio se alectarano questa sera, benchè creda che assai gli serà che fare cum la pta Ma Duchessa et bisognarasse combattere cum S.S.". E il giorno appresso partecipava:"Come scrissi a la S.V. heri sera la illma Mna Duchessa se acompagnò cum il S. Duca et lasso considerare