Pagina:Macaluso Aleo - I primi passi dell'Italia in Africa, 1932.pdf/11

Da Wikisource.

— 299 —

tali possibilità per l’Italia, unita si, ma ancora travagliata dalle gravi conseguenze del bellissimo parto del Risorgimento. Cosí, non si vuole menomamente offendere il patriottismo sincero di nessuno degli attori del dramma coloniale italiano, quando si afferma che, ad eccezione del «megalomane» Crispi, tutti gli altri furono impari alla gravità degli eventi; e, spesso, tanto guardinghi ed amanti della pace da sembrare, più che inetti, pusillanimi: perchè — vien fatto di domandarsi — : forse l’Italia scomparve dal novero delle grandi potenze, dopo l’infausta ma gloriosa sconfitta di Adua? Forse che essa, l’Italia, non sopportò, senza gravi scosse, le spese dovute sopportare per le guerra d’Africa? Dunque, perchè mai non si ebbe fede nella forza, nell’eroismo, nell’entusiasmo del popolo italiano, anelante, sia pure istintivamente, ad avere un degno posto al sole dell’Impero del mondo?

Forse era fatale che le cose procedessero come son procedute; ma lo storico non può ne deve appagarsi di sole fatalità: deve quindi dire in questo caso che, per l’insipienza propria e per la gelosia altrui, l’Italia che va dal 70 al novecento, rinunziò, con grave suo danno, ma con maggior danno delle venture generazioni, a farsi veramente parte interessata al banchetto della civiltà del mondo africano di ieri. Meno male che — come afferma Mussolini — nel mondo della storia della politica non ci sono cristallizzazioni definitive.


L’acquisto di Assàb. — La baia di Assàb, nella Dancàlia mèridionale, oggi divenuto porto franco per le merci da e per l’Etiopia, fu acquistata dalla società di navigazione Rubattino dietro consiglio del missionario, Prof. Giuseppe Sapeto; sicchè l’Italia andò nel mar Rosso sospintavi da una iniziativa privata, più che da un piano organico stabilito in precedenza. Cosí, quando il Mancini affermò che