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Vittorio Emanuele II, acconsentí che l’ammiraglio Acton lo accompagnasse.

Giuseppe Sapeto, molto accorto perchè conoscitore dei luoghi, era del parere che fosse scelta per l’acquisto la località di Scech Saíd, sulla costa araba, all’imboccatura dello stretto di Bab el Màndeb; oppure quello del capo di Dumeirah di fronte a Scech Saíd, sulla costa africana.

Ma, avendo nel frattempo i Francesi occupato Scech Saìd e gli Inglesi Amera e non essendo adatta, secondo l’Acton, la località di Ras Dumeirah, si stabilí di acquistare un territorio sulla baia di Assàb.

L’acquisto, che egli fece per conto ed a nome della Rubattino, fu contrattato con i capi indigeni locali, mediante il pagamento di 15 mila talleri (47 mila lire) dei quali 250 furono versati a titolo di anticipo e caparra. L’11 marzo 1870 il Sapeto, tornato col piroscafo «Africa», prendeva possesso di Assab, che sarebbe dovuto servire come punto di appoggio e di rifornimento di carbone delle navi della Rubattino in navigazione per le Indie.

Dopo averne preso possesso e dopo aver costruito una casetta in legno, acquistando contemporanemante la località di Buia, era proseguito per Bombay. Di guisa che, quando la «Vedetta», R. Nave, mandatavi dal Governo, giunse colà non vi trovò nessuno; se ne ripartì poco dopo, avendo fatto qualche rilievo idrografico.

Ma il governo egiziano, avendo saputo di tale acquisto, protestò col dire che, in virtù dei firmani sultaniali, vantava legittimi diritti di sovranità su quel territorio. Se non che il console italiano di Alessandria, al quale era rivolta la protesta, rassicurò il governo egiziano, col dire che si trattava di una località privata, acquistata per scopi esclusivamente commerciali; e che, a conferma di ciò, il Sapeto aveva avuto ordine di ammainare la bandiera d’Italia. Il governo egiziano poteva anche esser pago;