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giani, ora con mente serena ed obbiettività assoluta di studi e di esperienza si deve ritenere non del tutto sfavorevole allo svolgimento di un importante programma di pacifica azione coloniale. — La posizione da noi presa nel Mar Rosso, ad onta degli errori politici, militari diplomatici, della impreparazione organica e materiale che la contraddistinsero, ci diede, sebbene tardivamente, ragione di essere nell’intenso movimento africanista che fu preoccupazione costante dei Gabinetti europei nell’ultimo decennio del secolo passato».

Noi. per conto nostro, sottoscriviamo queste affermazioni, tanto più che — come vedremo — il Crispi, avverso all’andata nel Mar Rosso, da ministro responsabile, si acconciò al fatto compiuto, traendo da un grave errore iniziale ed organico tutti i vantaggi possibili a beneficio della Nazione.

Ma non bisogna credere che il sorgere del recente Possedimente italiano non fosse stato ostacolato da altre nazioni. Ché, invece, oltre alla proteste dell’Egitto, non sempre platoniche, ci furono quelle inglesi. Infatti il Mancini, rivolgendosi al Menabrea l’otto giugno 1881, lo pregava di portare a conoscenza di lord Granville un dispaccio, di cui riportiamo l’ultima parte:

«Questo stato di cose, che potrebbe intralciare l’azione del regio Commissario, fa sorgere in noi l’idea se nel reciproco interesse non convenga di concordare fra i due governi, rispetto ad Assab, un modus vivendi tale che, mentre sia pegno della lealtà nostra e guarentigia dei legittimi interessi britannici, assicuri in modo preciso al nostro possedimento il favore dei funzionari inglesi e dello stesso Governo della Regina.»

Nel mentre avvenivano queste cose, si venne a sapere ad Assab del massacro della missione Giulietti, partita da Beilul per l’Etiopia. Facevano parte di essa, oltre al