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nel Sudàn, cosa che sarebbe specialmente dispiaciuta agli Inglesi, i quali, conoscendolo a palmo a palmo, non volevano certamente escludervi gli Egiziani per favorirvi gli Italiani.

Qualunque sia la faccenda, certo si è che Massaua fu occupata dalle truppe italiane al comando del colonello Saletta, il 5 febbraio 1885, ossia il giorno stesso in cui Chartùm cadeva nelle mani dei Mahdisti e Gordon, l’eroico, veniva trucidato dai medesimi. Il generale inglese Volseley, quello stesso che aveva sconfitto i ribelli egiziani a Tellel-chebìr, dopo una snervante sosta di 40 giorni a Suachim, avendo avuto finalmente l’ordine di dirigersi verso Chartùm, giunse al cospetto della città, quando tutto era «ferro e fuoco».

Intanto, il 25 gennaio, era stato occupato Beilul, dopo averne catturato il presidio egiziano: Se non che, allorquando in Italia ci s’illudeva che l’Inghilterra avesse accettato di buon grado la cooperazione nel Sudàn, per la repressione della rivolta mahdista, il tempo delle operazioni venne differito e l’Inghilterra, declinando l’offerta di uno sbarco di truppe italiane, nel porto di Suachim, dichiarò che essa, per reprimere la sollevazione di un «popolo africano» non aveva bisogno di aiuti di altre nazioni; e ciò per non sconfessarsi dinanzi all’impero. Ma la risposta, secca e tagliente, era stata più che meritata, perchè ben pusillo era stato l’animo del Governo italiano nel 1882.

Massaua occupata, voleva dire contatto con l’impero d’Etiopia, in un punto dove esso non avrebbe potuto transigere. La situazione degli Italiani, in verità, non era delle più brillanti in quanto essi si vennero a trovare di fronte alla Francia, che mal volentieri tollerava di essere stata preceduta; contro la Russia, che aveva intenzione di incanalare un suo protettorato..... religioso, sia pur lon-