Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
96 | le cerimonie |
esser la moda divulgata: è fatto
d’avorio tutto senza carta o tela,
e certo nastro d’argento ne pende
ch’è pur di nuova opera.
Aurelia. Io sarò
oppressa dai favori; vo’ tornare
in casa a prepararmi per ricevere
cosí preziosa visita.
Leandro. Eh signora,
ché a tutte l’ore ell’è preparatissima;
egli ci ha da pensare. Ma in somma
in libertá io la lascio, riverendola.
SCENA III
Aurelia e Trespolo.
addormentato?
Trespolo. Io mi stava da parte
studiando la lezione. Prima dalla
signora Ersilia, la qual va in campagna
a fare i denti; poi dalla figliuola
nubile del signor Lucio che un mese
fa partorí; dopo cavar la macchia
alla signora Olimpia e augurare
buon scirocco non so a cui. M’è uscito
ancor di mente quant’ho a dire a quei
dieci, e mi dá fastidio inoltre, quando
con un’istessa avrò da rallegrarmi
e da dolermi. Mi andava provando:
ah ah ah, uh uh uh, ah ah ah, uh uh uh.
Aurelia. Séntilo il pazzo, séntilo. Chi vide
animalaccio di tal sorte? In casa,
scimunito; or si dèe pensare ad altro.