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atto secondo 101


ma l’ha veduta e se ne è in un súbito

da capo a piede innamorato.
Camilla.   O come
si sa questo?
Trespolo.   E si sa dalla pubblica
voce e fama. Ha avuto gran fortuna
la mia padrona; dicon ch’esto giovane
sia un bello speranzone, bianco e rosso,
ben in affetto della vita.
Camilla.   In somma
a visitarla non è stato ancora.
Trespolo.   Non è stato, ma or or verrá. Cosí
non fosse, che fin or m’è convenuto
faticar peggio di facchino.
Camilla.   In che
mai?
Trespolo.   In portare, accomodar, scambiare
le sedie nella camera. I padroni
hanno studiato fra loro; saranno
in casa piú persone allora che
verrá la prima visita, e però
varie han voluto le cadreghe, una
con appoggio, altra no, con bracci e senza,
una stracciata piú, l’altra meno.
Io volea porvi anche quella da comodo,
ma non hanno voluto, e quanto le hanno
fatte voltare e rivoltare, or piú
contra l’uscio, or piú verso tramontana!
Noi ci abbiam da esser tutti e andare innanzi
appaiate a due a due, quello ancora
che governa il cavallo e cosí il guattero,
ma pettinati di nuovo e col muso
netto.
Camilla.   Mi par vedergli Aurelia e Massimo
sofisticar su queste inezie; questo
è il lor forte.