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atto quinto | 153 |
che in complimento le parole non
diconsi come significative.
(cosi da sé presto, presto) «La divozion di casa nostra viene
a incontrar le lor grazie, ora che vengono
il possesso a pigliar di casa loro
da la sua gentilezza»; o veramente:
«da le lor perfezioni prenderanno
documento i difetti nostri e il doppio
contento a noi sará di doppia gloria».
Qui Antea vorrá dir su alcuna di quelle
sue lungaggini, ed io ripiglierò:
«Dunque»...
Massimo. Ma converrebbe saper cosa
dirá, per adattare la risposta.
Aurelia. O sí ch’io voglio dipender da lei.
Trespolo. Oh presto! Le signore son giá in sala.
Massimo. Come? O miseri noi! Cosí ci avvisi?
Trespolo. Io era scappato un sol momento in
cucina, e la disgrazia ha fatto che
son giunte in quell’istante; e quel barone
de l’altro servidore non ha detto
niente.
Aurelia. O gran caso! Ecco precipitati
i nostri savi ordinamenti tutti
per questo sciagurato, ecco perdute
le mie fatiche.
SCENA VI
Antea, Camilla, Vispo e detti.
Massimo. Perdóno in grazia, signore, perdóno;
un infamissim uomo che dovea