Pagina:Maffei, Scipione – Opere drammatiche e poesie varie, 1928 – BEIC 1866557.djvu/160

Da Wikisource.
154 le cerimonie


stare in attenzion del loro arrivo ..

Camilla.   Eh che importa!
Antea.   Io credea quasi non fossero
in casa.
Aurelia.   Il servitor sará cacciato
via subito.
Trespolo.   O meschino me, or che al fine
era per fare un buon pasto!
Camilla.   No no,
io lo domando in grazia.
Massimo.   Si fará
come piú sará in grado a la signora
Camilla, vêr la quale in ogni cosa
tanto sempre sarò condescendente,
quanto senza riserva idolatrante.
Trespolo.   Dopo i banchetti io me n’andrò da me.
Antea. (senza darsi tempo) Signora Aurelia, ecco dunque ch’io vengo
Aurelia.   Anzi l’ossequio de la casa nostra
Antea. a rassegnar me stessa e la figliuola.
Aurelia.   Viene incontra a l’onor di casa sua.
Vispo.   A tempo a tempo, signore, da capo.
Antea.   E perché il nostro molto poco merito
Aurelia.   Da le lor perfezion potranno prendere.
Massimo.   Né io, signore mie, debbo star mutolo.
Vispo.   Trespol, tacendo, noi parremo asini,

Antea. (insieme affatto) vien onorato sì dal signor Massimo,
Aurelia. documento i difetti nostri, e 'l doppio
Antea.   io mi dichiaro lor serva perpetua,

Aurelia.   contento a noi sará di doppia gloria.
Vispo.   O bella sinagoga!