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156 le cerimonie


Massimo.   Or avanza lá quel tavolino,

Trespol.
Orazio. (a Camilla) Che veggo? Anch’ella è qui? Ahi questo
servirá a farmi tanto piú sentire
la mia disgrazia.
Massimo.   Secondo il concerto
che abbiam fra noi, Leandro, prima di
toccar la mano, saran regolati
ne la scrittura ambedue que’ capitoli
che sono stati mal espressi. Alburio,
notaio esperto ed onorato, è qui
per farlo.
Leandro.   Molto bene; è giusto che
la sicurezza di vostra nepote
sia cautelata in tutti i modi.
  Orazio, Camilla, Antea da una parte;
  Aurelia, Leandro, Massimo da l’altra.
Massimo.   Or dunque
scrivete pur, come vi ho detto: Aurelia
è qui presente.
Orazio.   Signora Camilla,
par ch’ella mi riguardi con disdegno.
Debbo perderla ed anche esserle in ira?
Antea.   Dèe riguardarvi con amor? Ouand’ella
è qui per isposare un altro, e voi
per isposare un’altra?
Orazio.   Cosí vuole
il mio crudo destino.
Antea.   Anzi pur dite
che avete voi cosí voluto. Se
foste venuto a parlar seco, come
avevate promesso e non aveste
col contare ad Aurelia del ventaglio
fatto creder che inganno fosse il vostro,
la sarebbe ita forse in altro modo.
Orazio.   Io ingannare? La cosa del ventaglio