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168 il raguet


cittá; e tutto si è conchiuso, se

non che Flavio ha voluto riservarsi
di venir prima a vedermi, ed Ortensio
scrisse a mio padre ch’ei saria venuto
fra poco, ma con altro nome e senza
darsi punto a conoscere, accioché
se mai non si sentisse d’ultimare
il fatto, rimanesse tutto occulto
e non ci fosse alcun mio pregiudizio.
Or l'esser capitato poco dopo
questo giovane, il qual si sa che viene
di Lombardia e l’aver giá scritto Ortensio
fra le notizie che ci diè di Flavio
ch’ei si distingue molto col parlare
a la moda, ci ha fatto a tutti credere
che sia questi senz’altro, mentre parla
da Raguet vero, e pensiam che si celi
sott’altro nome per ora e con dire
d’esser partito da Milano. Ma
voi ben vedete quanto incerti sono
questi argomenti e queste congetture.
Idalba.   Incertissime; ed io scommetterei,
non so perché, che non è quello. Quanti
son quelli in oggi che parlan galante!
Ersilia.   Per me credo ch’e’ sia pur troppo, ma
con tutto ciò non muterem condotta,
finché non venga lettera d’Ortensio
o altro avviso.
Idalba.   Appunto ecco l’amico
lá in capo del viale; io mi stupiva
che lasciasse passar questa mattina
senza mostrarsi. La facilitá
che quest’orto di publico passeggio
gli presta di vedervi, fa ch’ei non
manchi giá mai.
Ersilia.   Io ve lo lascio, amica,