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202 il raguet


talché han creduto sia stato in Egitto,

e la consorte sua giocando all’ombre,
per dir: «Qual è il trionfo?» chiede in suono
languente e rifinito: — Cos’è a tu? —
Ma presso noi sí fatte affettazioni
fanno ridere e dánno gran disgusto.
C’è anche un tal che non vuol mai scommettere,
ma sempre piria, onde or non ha altro nome
che il signor Piria.
Alfonso.   0 dica pure come
le pare, ché parlar come i plebei
non mi fará giá mai. Ma tutti questi
son conti. Se sapesse qual affanno
porto nel core, avria forse pietá
di me.
Fazio.   Oimé, che gli è avvenuto mai?
Io mi dichiaro pronto ad adoprarmi
per lei, dove potessi.
Alfonso.   Il suo sembiante
ed il proceder suo mi dán coraggio
di pregarla. Mi dica in grazia prima:
conosce Ersilia, la figlia d’Anseimo?
Fazio.   Sí signor, l’uno e l’altra, ma non ho
in quella casa confidenza alcuna.
Alfonso.   Vien detto che fra poco seguiranno
le sue nozze con certo forastiero
venuto qua da pochi giorni; or io
ho infinita premura di sapere
se ciò sia vero e se giá la parola
veramente sia data.
Fazio.   In questo facil‐
mente potrò servirla. Ho un amico
che tutto giorno è in quella casa, suole
capitare al giardino su quest’ora
da la parte di lá; venga, da lui
sapremo il tutto.