Pagina:Maffei, Scipione – Opere drammatiche e poesie varie, 1928 – BEIC 1866557.djvu/267

Da Wikisource.
Elpina.   Ora Tarmi e ’l comando

si restano a Morasto.
Osmino. Ei nobil alma ha in seno
e cor gentile.
Elpina.   Il pòrci in libertade
è in suo potere. Pietá, signor, pietade,
Narete. Fuggi quest’aspro scoglio,
lascia il crudo ladrone e vieni a Sciro.
Quivi di campi e di fecondi armenti
dovizia io ti prometto; e se a tua patria
girne di poi vorrai,
ricco e lieto v’andrai.
Elpina.   Non fu con tanta gioia accolto Alcide,
poiché di mostri e belve
purgate avea le selve,
con quanta esser tu puoi,
venendo a Sciro e conducendo noi.
Cento donzelle
festose e belle
t’incontreranno
con fronde e fiori.
Con suoni e canti
lieti e brillanti
a te verranno
cento pastor.
Licori.   Deh fa che tu ti pieghi,
se alcuna cosa ponno
o le lagrime o i prieghi.
Morasto.   Tu ancor mi prieghi? Tu, spietata ninfa?
Esser debb’ io di tanto don cortese
a chi si indegnamente
mi dileggiò, m’offese?
Dritto non fòra in me andar pensoso
su la piú fiera e piú crudel vendetta ?
Ma non temer Licori;
avanti l’alba in libertá sarai