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358 dell’iliade di omero


l’ambigraffiata consorte e imperfetta
la casa. Lui, che pria d’ogn’altro greco
da la nave saltò, troiano ardito
820trafisse. Né però duce mancava,
benché duce bramassero: Podarce
germe di Marte gli ordinava, prole
d’Ificlo di Filacio moltigregge,
al di gran cor Protesilao fratello
825d’etá minor: l’eroe Protesilao
e d’etá superava e di valore;
quinci, ancorché lor non mancasse il duce,
del primiero il valor braman le truppe.
Quaranta nere navi eran con questo.
     830Di quei che Fera e, vicini al Tebeo
stagno, Bebe medesima e Iaolco
ben fabricato e Glafira abitavano,
e d’undici lor navi avea comando
d’Admeto il caro figlio, cui d’Admeto
835partorí l’alma Alcesti, fra le molte
di Pelia figlie singolare e bella.
     Sopra quei da Taumacia e da Metòne
e da l’aspra Olizona e Melibea
Filottete avea regno, insigne arciero,
840con sette navi e cinquanta in ciascuna
remiganti, in pugnar con l’arco esperti:
ma egli in Lenno, isola sacra, giace
tormentato; il lasciar quivi gli achei
dal morso offeso di maligno serpe.
S45 Giaceva afflitto, ma di lui ben tosto
eran per ricordarsi i greci: duce
lor non mancava, ma il lor re bramavano.
Gli ordinava Medòne, d’Oileo
bastardo figlio; a Oileo de le cittadi
850espugnator lo diede Rena in luce.
     Quei che stavan in Tricce e in l’aspra Itome
e in Ecolia cittá d’Eurito due