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382 dell’iliade di omero


e tal piacere invidiarti, indarno
m’adoprerei, ché troppo piú possente
se’ tu di me. Ma il mio desire ancora
non si vuol render vano, ché a la line
65dèa sono anch’io e donde tu discendi
anch’io discendo, e me per due ragioni
maggiore ha reso il saggio almo Saturno
per nascita e perché ti son consorte.
Ma tu tra gl’immortali tutti hai regno;
70però scambievolmente condonianci,
io a te, tu a me; gli altri dii seguiranno
A Minerva di gir ben tosto imponi
de’ troiani e de’ greci al fiero campo,
e di far che primieri in onta ai patti
75a’ greci eroi faccian troiani insulto. —
     Si disse e il genitor d’uomini e dèi
non ripugnò; queste parole alate
a Minerva indirizzò: — Subito vanne
de’ troiani a le schiere e de gli achei,
80e farai che primieri in onta ai patti
a’ greci eroi faccian troiani insulto. —
     Cosí istigò la per sé pronta Atena,
che da l’alto del ciel ratta discese.
Quale splendida stella clic talora
85del sagace Saturno il tiglio manda
in notte estiva alto a’ nocchier prodigio,
o a gentifolto esercito scintille
in copia getta; somigliante a quella
Pallade Atena se ne venne a terra
90e nel mezzo si pose. I riguardanti
cavalier d’Ilio e gambierati achei
alto prese stupore; al suo vicino
tal un così parlò: — O guerra o atroce
pugna vedrem di nuovo, o tra le parti
95pace e amistá fará che nasca Giove
arbitro de le guerre de’ mortali. —