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ATTO QUARTO

SCENA I

Adrasto e Ismene.

Adrasto.   In somma tutto si restringe in questo

che, se diman non cangerá pensiero,
e se pronta a seguir la regia voglia
non mostrerassi, tutti i suoi più cari,
tutti gli antichi amici a me ben noti
saranle a forza strascinati innanzi
e ad uno ad uno sotto gli occhi suoi
saran svenati. Quest’è ciò che imposto
ha il re a te e che tu poscia a lei
senz’altro rechi.
Ismene. i O feritá inaudita!
o non piú intesi di barbarie esempi!
Adrasto.   Non si dolga del mal chi ’l ben ricusa.
Ismene.   Ahi questo è un ben che tutti i mali avanza.
Adrasto.   Il vano immaginar fa inganno ai sensi
e d’ogn’altro gioir sa far dolore.
Ismene.   Gioir ti sembra il soffrir nozze in tempo
che tutto ciò che vede e ciò che ascolta
non le desta nel seno altro che pianto?
Adrasto.   Di lei così han disposto il cielo e ’l fato.