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ATTO QUINTO

SCENA I

Polidoro e FIgisto.

Egisto.   Padre, non piú, non piú; che se creduto

avessi io mai di tal recarti affanno,
morto sarei prima che por giá mai
fuor della soglia il piè. Fra pochi giorni
io ritornar pensai; ma strani tanto,
come pur ora i’ ti narrava, e tanto
acerbi casi sono in che m’avvenni,
ch’ebbi a bastanza nell’error la pena.
Polifonte.   Ma così va chi a senno suo si regge.
Egisto.   Tu mai piú declinar da’ tuoi voleri
non mi vedrai; e poiché fatto ha ’l cielo
che qui mi trovi, io ti prometto ogn’arte
ben tosto usar, perché mi sia concesso
partirmi e tornar teco al suol natio.
Polifonte.   S’ami il tuo suol natio, partir non déi.
Egisto.   Vuoi che lasci in dolor la madre antica?
Polifonte.   La madre tua qui ti desia.
Egisto.   Qui? forse
perch’ora ho il padre appresso?
Polifonte.   Anzi la madre
hai presso e il padre troppo lungi.
Egisto.   Come?