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del corpo degli Augustali (Grut. 372, 7). Credesi che gli Augustali si dividessero in giovani e vecchi, ed avessero i lor Seviri separatamente, e di questi debbano intendersi que’ monumenti in cui si veggon nominati sacerdoti, o Collegj di giovani o di vecchi1. Sacerdote de’ giovani ovvero Seviro Augustale de’ sacerdoti fu presso noi Ottavio Primo liberto (v. Ins. XXIV) in fondo alla cui grandissima lapida più versi sono. Salii, ch’eran sacerdoti di Marte, attribuì a’ Veronesi il Fabretti da una lapida, che resta però alquanto ambigua per esser lacera. Dall’istesso iscrizione si publicò trovata in un manuscritto, ch’era sempre a tutti i nostri rimasa occulta, e si è finalmente rinvenuta in privata casa, non ha gran tempo. Si vede in essa (v. Ins. XXV) come Ofillia Quinta era impiegata qui ne’ Sacri Romaniensi. Cosa questi si fossero, disse quel grand’uomo non saper pensare; ma due riti eran nelle città; il Romano venuto con la colonia, e l’anteriore proprio del paese. Al culto, secondo gl’istituti Romani, e forse della Dea Roma, o di Quirino, poteva essere spezialmente destinato alcun tempio, o alcuna solennità, nella quale la nostra Ofillia avesse parte. Delle Publiche Romane Cerimonie fu minor Pontefice in Pisa il principal soggetto di quella colonia, come nel suo Decreto in onore di Caio Cesare apparisce (v. Cen. Pis.). V’eran nell’istesso tempo i Sacri Municipali, cioè, come insegna Festo (v. Mu-

  1. Forse gli Anziani d’uffizio si diceano Seniores; ma non è al caso qui.