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libro secondo | 65 |
e la ragion delle cose è l’istessa. Traluce così fatta idea de’ Romani anche nell’uso, fattoci poco fa avvertire da Appiano, che ne’ paesi soggiogati facean Colonie in vece di fortezze. Cosi Aquileia contra gl’Istri, così Eporedia, oggi Ivrea, dice Strabone che fu fondata perchè servisse di presidio contra i Salassi. Non per fortezze adunque assicuravano il loro Stato i Romani, ma con popolazioni benevole e interessate nel dominio, o per sangue, o per legge: cioè o per esser nate Romane, o per esser fatte. L’effetto di che videsi fin ne’ primi tempi, quando gli Equi mal soffrendo una Colonia quasi rocca imposta su i lor confini (Liv. lib. 10), l’attaccarono con gran forza, ma furono da’ Coloni bravamente respinti. Continuaron sempre in tal costume i Romani, per avere osservato che le fortezze occupate da nimici talvolta, diventano lor perpetuo nido; là dove gli uomini ben affetti, e con qualche spezie di comunanza vincolati, o non si espugnano dagli estranei già mai, o tanto si tengon da essi in catena, quanto tarda l’occasione e la possibilità di redimersi.
Nel modo che abbiam veduto, intorno all’anno di Roma 534 insieme col rimanente della Venezia passò la città nostra ancora sotto i Romani. Ch’essa fin d’allora molto si distinguesse tra l’altre, Silio Italico (lib. 8: Tum Verona Athesi circumflua) palesa, quando i popoli annovera, che contra Annibale mandarono in quella guerra, e prima della battaglia di Canne, a’ Romani aiuto; poiché Verona dall’'A-