Pagina:Maineri - L'adolescenza, Milano, 1876.djvu/73

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larghe vie; costruissero acquedotti, ponti e terme; con magnificenza somma e maestà edificaronsi templi, teatri e musei; e con lusso invero straordinario, palagi e ville. Le strade romane, in parte tuttavia esistenti, le quali dal centro della città correvano sino alle estreme provincie dell’imperio, ci rivelano la perizia dei loro architettori. — Degli Imperatori, che da Cesare Augusto si succedettero sino alla caduta di Roma, pochi favoreggiarono e diedero incremento all’arte. Tiberio e Caligola l’ebbero in nessun conto; all’incontro Claudio la fece fiorire costruendo con regale grandezza acquedotti e canali, asciugando il lago di Fucino e aprendo comodo porto ad Ostia. Nerone predilesse la scoltura; alzò dinnanzi il suo palagio un colosso, come scrisse Svetonio, alto centoventi piedi. Vespasiano e Tito generosamente protessero gli artisti: onde sotto il loro imperio l’arti del disegno avvantaggiaronsi di molto; e l’architettura produsse il monumento più grandioso, che Roma abbia posseduto mai, il Colosseo, maraviglia dell’arte. — Domiziano fabbricò sontuosamente; ma obbligando gli architettori a secondare sua strana fantasia fece che si guastassero le simmetrie architettoniche. — Nerva e Traiano eressero con grave spendio edifici superbi, tra’ quali primeggiarono i fori, che da essi ebbero il nome. — Adriano, amantissimo dell’arti belle, ch’egli coltivava con onore, diede ad esse impulso efficace mediante l’opere eccellenti innalzate nelle provincie dell’imperio e nella metropoli, ove per lui levossi superba la Mole Adriana col ponte Elio (oggigiorno Castel Sant’Angelo). L’erezione di edifici grandiosi e i premi accordati ai maestri più insigni nelle arti belle risvegliarono l’ardore allo