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lettera di riccardo. 99


— Tutt’altro, sai che non amo misteri, nè qui occorre; vuoi tu udire questa lunga lettera?..

— Passeremo più presto l'ora....

— Quand’è così...; e lessi quanto segue:

«Mio caro amico,

Nessuno quaggiù ha diritto alla felicità, perchè essa non è di questa terra. Sovente le illusioni, che sono il balsamo della esistenza, bastano a sostenerci contro i mali estremi, sì che, sempre inteso al tuo fine, procedi ilare di speranza e di piaceri. Ma basta un istante a rompere quell’incantesimo: — credevi essere lì presso la vittoria, e sei prossimo alla fossa. Così la vita: — un’ombra, un fulgor d’un momento!

Mi hai sempre detto, carissimo amico, l’uomo non doversi affidare al piacere; mi insegnasti che i disinganni sono così inevitabili, che è necessaria di molta virtù per trionfarne; e non parlasti invano. — Eccoti oggi la spiegazione di questo proemio a tinte nere, che, se è prova della giustezza del tuo modo di vedere e di giudicare, è pure testimonianza del turbamento del mio spirito e delle amarezze del mio cuore.

Che vale piangere? bisogna opporre la for-