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sangue abbia due globuli simili ai miei. Ad ogni modo, non è indispensabile appiccarsi con questi legami. Meglio tagliarli. Oggi non vi siete curata di trovarvi a casa quando dovevano arrivare i miei cugini Salvador. Vi avverto che mio cugino ha un gran nome, una bella sostanza e pensa a prender moglie.

— Ah! — disse Marina e sorrise guardandosi la piccola mano bianca che tormentava il braccio della poltrona.

— Non fate esclamazioni drammatiche. Non andate a pensare che vi si vogliano far violenze. Io non so se il colore dei vostri occhi piacerà a mio cugino e non posso neanche sapere se la sua voce vi toccherà il cuore. È utile, io credo, nel vostro caso conoscere le disposizioni di mio cugino. Potete approfittarne o no, come vi piacerà meglio.

— Grazie. E se il signor cugino non mi va, quando debbo partire?

Marina aveva parlato pian piano, guardandosi gli anelli, a mano spiegata, l’uno dopo l’altro; poi serrò il pugno, se l’accostò al viso, quasi per numerarvi le vene azzurrognole; lo lasciò finalmente cadere e alzò sul conte due grandi occhi ingenui.

— Ma — disse il conte — quando debbo! Mi pare siate in fatto voi, col vostro contegno, che mostrate desiderio di andar via. Sarebbe forse più leale e più sincero dire: Quando posso? — .

— No, lo posso sempre. Sono maggiorenne e possiedo abbastanza per mantenere me e una vecchia dama di compagnia che mi lasci sola. Quando debbo? Io non desidero andar via.

Il conte la guardò attonito. Quei grand’occhi limpidi non dicevano nulla, proprio nulla. Aspettavano una risposta.

— Non desiderate andar via? Desiderate dunque che me ne vada io? Eh? Quello vi farebbe comodo? Ma per Dio santo, parlate chiaro. Se non desiderate andar via,