Pagina:Mantegazza - Elogio della vecchiaia.djvu/187

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Le memorie nel vecchio 163

Ma no, rimane di lui questa scheggia amorosamente lavorata e sfaccettata dalle sue mani; mani come le nostre e che attraverso i secoli si ricongiungono con le nostre.

Quanta storia in quella freccia, quanta densità di memorie in quella pattina non più alta di un decimo di millimetro, eppure più ricca di pagine della Bibbia.

E questa moneta di Giustiniano imperatore, lucente ancora nel suo oro bizantino, ma tosata con discrezione da qualche usuraio turco, ma accarezzata anch’essa dal fiato di tanti secoli?

Anch’essa ha la sua pattina e noi la palleggiamo e la palpiamo con amorosa tenerezza. Forse passò per le mani di Teodora e fu data da lei in premio ad uno dei tanti suoi amanti. E per quante altre migliaia di mani non è passata, portando sulla sua piccola ruota la fortuna e la vergogna degli uomini, le loro libidini e i loro desideri; premiando or la virtù, ora il vizio, e pur serbando nel fango della prostituzione o fra gli incensi dell’idolatria il suo riso ironico del metallo