Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/10

Da Wikisource.

— 8 —

la patria, dove lasciavano tanta parte di sè stessi. I passeggeri di poppa erano gli infelici strappati alla terra che li aveva veduti nascere dalla bufera delle passioni. Là dove guardavano avevano il cimitero della madre, la culla del proprio bambino, l’albero di quercia dove una sera avevano dato il primo bacio di amore... Era gente che piangeva, o che aveva, le braccia conserte convulsivamente e quasi irrigidite.

A prora invece vi erano i fortunati, col sorriso sulle labbra e il petto gonfio di speranza e di gioia. Essi guardavano verso l’America, a cui ogni colpo di ruota li avvicinava; guardavano al loro nido, vedevano già la loro patria, sentivano le grida dei marinari del Brasile o del Plata, sentivano già precipitarsi giù dalle scale di una casa ben nota qualcuno che li attendeva...

Altri fra quei fortunati di prora non avevano patria o l’avevano maledetta, o temerarii si gettavano in un nuovo mondo per cercarvi l’oro, la gloria o le avventure. Davan le spalle alla miseria, alla noja o al disinganno: e per essi l’aurora della speranza dipingeva di tinte azzurrine e irradianti il lembo bigio e sconfinato dell’Oceano che ci stava dinanzi.

Fra i piangenti di poppa e i gaudenti di prora pochi metri di legno e di ferro; ma un abisso senza confine e senza fondo, tutta intera la storia del cuore umano...

Ed io che ho sempre saputo con mano di ferro abbrancarmi il cuore, farlo tacere o lasciarlo palpitare caldo e ardente, contemplava e meditava.

Era quelli che stavano a prora, fra il gregge volgare e inetto che trovate sempre là dove molti uomini si addensano, spiccava bella e grande una figura che ti faceva guardare e ammirare, sicchè tu dovevi dir subito: Ecco un uomo.

E quell’uomo benchè avesse i capelli neri e un lampo di fuoco negli occhi, era un inglese. Lo diceva il suo naso fine e roseo, lo diceva sopratutto quella bocca rozza ma ardita che non hanno che gli Inglesi; bocca fatta per comandare a sè stesso e agli altri, quella bocca che sembra appoggiarsi sopra un mento di ferro, quasi volesse farsene un saldo punto d’appoggio