Pagina:Mantegazza - Un giorno a Madera, 1910.djvu/68

Da Wikisource.

— 66 —

non mi avesse interrotta bruscamente, dandomi così un urto doloroso all’anima, che tu capirai certamente mio buon William.

Dopo quell’urto, dopo quell’interruzione io mi sentii completamente isolata dal medico che mi guardava e mi parlava; e le mie orecchie ricevevano meccanicamente il suono delle sue parole, senza che mi facessero dolore o gioia, senza che mi ispirassero continenza o paura.

Ridi pure della tua Emma, che si atteggia a giudice, di uno degli oracoli della medicina britannica ma a me pare che quando un medico non intende il suo ammalato, non possa curarlo e non possa guarirlo. Il dott. B... non sapeva indovinare nulla di quanto taceva, non sapeva risparmiarmi cella sua previdenza nessuna parola difficile a dirsi, dunque non capiva la mia costituzione sensitiva e malaticcia; dunque i suoi consigli per me erano lettera morta.

Da quel momento io lo ascoltai soltanto per dovere di cortesia e per andare mio alla fine di quanto mi aveva proposto di fare.

«... Ah, voi volete cambiar clima; voi volete passeggiare a Nizza o a Pisa, a Pau o a Mentone; volete visitare i Pirenei o le coste di Hyères; fors’anche osate pensare a Madera e all’Egitto, all’altipiano dell’Asia o al Cerro di Pazco nel Perù? — Ma queste sono follie di moda, son credute dai malati e insegnate dai medici... Oh! è molto comodo davvero il mandare lontano lontano il proprio paziente, perchè se ne muoia senza nostra colpa e lungi dagli occhi dei nostri clienti. È comodo davvero! — Ma, mia signora, ci sono tubercolosi a Pisa e nell’Egitto, e ve ne son molti a Madera e a Nizza. Questi medici ignoranti che consigliano ai tossicolosi la emigrazione non hanno fede nella loro arte; e chi non ha fede in se stesso, nella scienza che ha studiato, nell’arte che professa è un imbecille o un impostore. Noi abbiamo nel nostro portafogli e nelle nostre farmacie mezzi cento volte più potenti della tiepida brezza del Mediterraneo o dell’Oceano. Bella sapienza davvero! E voi, suppongo, non sapete una sillaba di medicina, ma potete ridere alla barba di que-