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382 SECOLO XVIII.

è, che voi vi chiamate milanese, ed io mi chiami Bergamasco, Fiorentino, Napolitano; come Antonio, Paolo, o Francesco: ed altro ch’io qui, e voi fuori di qua dobbiamo essere amendue egualmente forestieri. Forestiere in Italia è l’Inglese, è l’Olandese, è il Russo; perchè diversi di noi pel clima, per originalità, pel linguaggio, per la religione e per le leggi. Ora se a questi si dà con ragione il titolo di forestieri, come potete immaginarvi che il medesimo titolo debba darsi ad un Italiano in Italia, allorchè si ritrova a dieci passi lunge dal luogo della sua nascita?

La conversazione divenne interessante, e fu qualcheduno de’ nostri, il quale, approvando le proposizioni dell’incognito, s’introdusse nel dialogo; riflettendo, che certamente era strano e pernizioso quel genio, che rende gl’italiani quali inospitali e nimici di lor medesimi; donde, per conseguenza, deriva l’arenamento delle arti e delle scienze, e ne viene un impedimento fatale alla gloria nazionale; la quale si offusca, quando in tante fazioni e scismi viene la nazione divisa. Cosa curiosa è certamente in Italia, soggiunse un altro, che ad ogni posta1 s’incontrino viventi persuasi d’essere di natura e di nazione diversi da’ loro vicini, e gli uni con gli altri chiaminsi col titolo di forestieri; quasi che in Italia tanti forestieri ci fossero quanti Italiani.

Cosi è, disse l’incognito, ed io credo che questo genio di dissociazione, di emulazione, di rivalità, discenda in noi come una fatale eredità degli antichi Guelfi e Ghibellini; e quindi fra noi continui la disunione ed il reciproco disprezzo. Per conseguenza di tal principio, qual è quell’Italiano che abbia coraggio di apertamente lodare una manifattura, un nuovo ritrovato, una scoperta, un’opera insomma d’Italia, senza sentirsi tacciato di cieca parzialità e di gusto depravato e corrotto? A tale proposizione un altro caffeante, a cui fe’ eco Alcibiade, esclamò che la natura degli uomini era tale, di non tenere mai in gran pregio le cose proprie. Se tale è la natura degli uomini, riprese l’incognito, noi altri Italiani siamo almeno il doppio più uomini di tutti gli altri, perchè nessun oltramontano, o oltremarino ha per la propria nazione l’indifferenza che noi abbiamo per la nostra. Bisogna certamente che sia così, io soggiunsi. Apparve Newton nell’Inghilterra; e, lui vivente, l’isola s’è popolata da suoi discepoli, astronomi, ottici, calcolatori, geometri; e la nazione difende la gloria dell’immortale suo maestro contro gli emuli e gl’invidiosi stranieri. Nasce nella Francia Des Cartes; e, dopo la di lui morte, i Francesi pongono in opera ogni sforzo per sostenere contro di Newton le ingegnose e crollanti di lui dottrine. II cielo avea fatto al-

  1. Luogo dove si fermavano le carrozze dei viaggiatori e si mutavano i cavalli.