Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/218

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208 conc. gen. dell’equil. econ. [§ 164-167]


164. Dove c’è monopolio, sotto una forma qualsiasi, qualcuno è privilegiato. Costui si vale del suo privilegio per fissare il prezzo la cui scelta diventa unilaterale. Egli quindi si pone il problema: «Quale prezzo debbo imporre al mercato per raggiungere lo scopo che ho in mira?».

165. Il tipo (III) corrisponde pure al monopolio; ma è distinto dal tipo (II), pel fine a cui si mira. Il problema che si dovrà porre lo stato socialista, è il seguente: «Quale prezzo debbo fissare perchè i miei amministrati godano del massimo benessere compatibile colle condizioni in cui si trovano o che a loro stimo bene di imporre?»

166. Notisi che, anche se lo Stato socialista togliesse ogni facoltà di barattare, vietasse ogni compra-vendita, non per ciò sparirebbero i prezzi, i quali rimarrebbero non fosse altro come artificio contabile per la distribuzione delle merci e le loro trasformazioni. Lo usare i prezzi è il modo più semplice e facile per risolvere le equazioni dell’equilibrio; onde chi si ostinasse a volerli lasciare da parte, finirebbe probabilmente coll’usarli sotto altro nome, e vi sarebbe quindi una semplice modificazione di linguaggio, non di cose.

167. I prezzi ed il secondo genere di ostacoli. — Abbiamo veduto che, tra i dati del problema, dovevamo darci i rapporti secondo i quali si trasformano le successive porzioni di merci. Colla considerazione del prezzo, ciò si esprime dicendo che ci dobbiamo dare il modo secondo il quale variano i prezzi delle porzioni successive: fissare, per es., che quelle porzioni hanno tutte un medesimo prezzo, che del rimanente può essere incognito, oppure che i prezzi di esse vanno crescendo (o scemando) secondo una certa legge.