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[§ 26-27] capitali fondiari e mobiliari 427

dei capitali. — È certo che, pel passato, il frutto dei capitali è andato ora crescendo, ora scemando, senza che si possa fissare alcun senso generale del movimento. Si è affermato che, principiando da’ tempi nostri, quel movimento dovesse ognora avere luogo pel verso dello scemare del frutto. Qui notiamo la cosa perchè ci porge un buon esempio della confusione che si fa spessissimo tra scienza ed arte pratica.

Il Leroy-Beaulieu ritiene che vi sieno tre cause della diminuzione del frutto, cioè: 1.° La sicurezza delle transazioni, e la facilità di negoziare i crediti; 2.° L’aumento della quantità di risparmio, e l’essere portato sul mercato tutto il risparmio esistente; 3.° Lo scemare, in uno dato stato tecnico, della produttività dei capitali nuovi. All’opposto, vi sono tre cause che operano per far crescere il frutto, cioè: 1.° Grandi scoperte atte ad essere tradotte in pratica; 2.° Emigrazione dei capitali nei paesi nuovi; 3.° Le guerre e le rivoluzioni sociali.

Egli conclude che le tre ultime cause sono meno intense delle tre prime, e che perciò vi deve essere una diminuzione, a grado a grado, del frutto dei capitali1.

27. In questo ragionamento vi sono due parti ben diverse. La prima è di carattere scientifico; la seconda è d’indole pratica.

Nella prima parte, l’autore fissa relazioni tra certi fatti e il frutto dei capitali; e, sebbene ci sia


  1. «Mais le résultat de tous ces mouvements, c’est la tendence normale à une diminution graduelle du taux de l’intérêt des capitaux» (Traité théorique et pratique d’économie politique, II, p. 165)