Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/251

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239 atto quarto

ta» e parla all’invisible uditorio di belve) Io certo non voglio che sì vili pietanze pesino sui vostri nobili stomachi! Vi ordino dunque affettuosamente di non toccare codesti cadaveri!... Grandi fuochi saranno accesi, di giorno e di notte, intorno agli Stagni, per risparmiare nefaste indigestioni a quelle tra voi che fossero meno riflessive!... Poiché... sappiatelo, è su di voi, jene, ch’io faccio assegnamento per muover guerra agli esecrati Baccelloni, nell’inverno prossimo, e per riconquistare le nostre donne rapite e violate!... Sarete voi, che trarrete la mia grande slitta reale sul ghiaccio degli Stagni del Passato!... (A Fra Trippa) Ho in mente un progetto meraviglioso!... Attaccate alle nostre slitte le jene, legheremo alla tesila d’ognuna un bastone alla cui estremità sarà infisso un pezzo di carne verminosa... Così, faremo eternamente galoppare la loro fame vorace, mantenendo sempre lontano dalla soddisfazione il loro violento desiderio... Che ne dici?...

FRA TRIPPA.

Sire... (Untuosamente) Vi chiedo licenza di citare nella mia prossima predica questa parabola elastica e malleabile!...

RE RALDORIA

alle jene Invisibili, che abbaiano violentemente:

Cantate... cantate, o buone jene gioviali!... Cantate così, a modo vostro, allegramente!... Mi piacciono, le vostre balde fanfare guerresche!... Ma non vi sbranate fra di voi!...