Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/259

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247 atto quarto

la finestra!... Anguilla! Apri la porta!.. Olà! Servi e Valletti, armatevi di spiedi e di mestoli!...

Tutti, curvi, affranti, contorti por un violento e crescente brivido di terrore, rimangono immoti al loro posto, tranne l’idiota, che s’alza e segue il Re, con indifferenza, abbandonate le braccia lungo i fianchi e con gli occhi sognanti.

Ahi!... Ahi!... Non posso camminare!... Sanguino tutto!... (Si palpa le gambe) Mi sento dei denti in ogni parte del corpo!... Il mio corpo è tutto irto di denti plebei!... Bisogna ch’io mi riposi per un momento!... Precedetemi!

ANGUILLA.

È facile dirlo, per voi! Ma io, per esempio, non potrei certo seguirvi! Le gambe mi si piegan sotto... Ho le vertigini!... Mi gira la testa!... Ah! questo frastuono!... Non sono le jene... non sono esse, che s’arrampicano là, sui vetri!... Ad ogni modo, guardatevi, sire... poiché le jene potrebbero semplificare i loro gusti!... Sire! Con tutto il rispetto che m’ispirate, devo dirvi che puzzate troppo!... E sembrate un mozzicone di sigaro biasciato!...

LA VOCE DI FAMONE.

scoppiando improvvisa, fuori dal castello, fra lo scalpiccio confuso, il frastuono e le stridule grida di una orda barbara lanciatasi all’assalto:

Rimangiamoci i Re,
Rimangiamoci i preti,
I giudici e gli sgherri!
Che ogni tempio s’atterri,
Che ogni palagio crolli,
E alfin, stanchi e satolli,
Corichiamoci lieti
Nelle tombe dei Re!