Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/267

Da Wikisource.
255 atto quarto


Ma, per Domineddio! Io sono più nobile di tutti i re della terra!... Non mi parlate del loro sangue bleu! Nelle mie vene, scorre l’azzurro stesso del cielo, e sento sbocciare dei fiordalisi nella mia anima!... Puah!... Come puzzate, voialtri!... E sono tanto sensibili, le mie narici!... Mi degnerò, finalmente, di sterminarvi!... Non vi muovete, fantocci miei?... Aspettate dunque la chiacchierata funebre?... Ah! Eccomi divenuto, anch’io, uno schiavo come voi!... Schiavo del mio disgusto e del mio coraggio, che m’impone di non indietreggiare, davanti a voi, nemmeno d’un passo!... Ma che importa?...

L’Idiota si volge, e slanciandosi d’un balzo verso il Re, che rincula atterrito, gli strappa di mano la Succulenta e la brandisce levandola alta sugli Affamati.

A voi, Citrulli risuscitati!... To’!... Prendi!...

L’Idiota colpisce violentemente, ma con destrezza, nella calca dei Citrulli, e ne stermina tutta la prima fila, tranne Famone.

Il vostro sangue mi ripugna ancor più della vostra pelle!... Basta!

Ho sete di poesia... Voglio cantare, sfidando la vostra vendetta... qui, davanti a voi, a costo della mia vita!... Io sogno di cantare un sublime canto di morte!... Ma eccomi divenuto schiavo di un bel sogno!... No!... Anch’esso mi ripugna!... Voglio lasciare che la morte mi canti nelle vene!... Uccidetemi, dunque!... Non osate?...

Io ho trucidato i più coraggiosi fra voi, colpendoli in mezzo allo stomaco!... Per me, la cosa