Pagina:Marinetti - Scatole d'amore in conserva, 1927.djvu/50

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biamente un palpeggio di stoffe e una rivista di mannequins ad un ardente corpo a corpo col più seducente amante del cuore. Il banchiere rideva viscidamente di tanto in tanto, offrendo ogni volta due lunghi denti d’oro al suo labbro inferiore sempre deluso.

— La vostra amica Rosalia preferisce come eccitante accarezzarsi il seno col cornetto acustico mentre il suo amico le parla al telefono. È un dialogo più intimo... Ma che strana mania quella di fare intervenire degli omosessuali come spettatori, nei suoi amori.

— Per studiarne le smorfie di disgusto...

Un’ora dopo, in automobile, io stringevo appassionatamente fra le braccia la mia amica Julie de Mercourt che dichiarava con gravità:

— Io amo la semplicità, e odio le complicazioni.

Precipitai l’assalto. Ottenni un appuntamento. Mi ero convinto di piacerle molto. La sentivo turbata dai miei baci, entusiasta delle mie qualità spirituali, lusingata dal mio ardore. Ci trovammo in una camera d’albergo. Tutto avveniva naturalmente. Rimasi perciò sbalordito e urtato quando la sentii avviticchiarsi a me con tenerezza, ma rifiutarsi all’atto d’amore dicendomi con voce supplichevole:

— Non essere così normale! Lasciami assaporare il desiderio!

— Non vuoi essere mia?

— Sì, sì, un giorno, presto, sarò tua, come vorrai. Ma ora no, te ne supplico; sarebbe sciupare il desiderio! Lasciami! Lasciami assaporare il desiderio!

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