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Prima voce dalla strada

Cauaga Musoduro, ecco il burico!

Seconda voce dalla strada

Arghisuss! Arghisuss! Karamendin!

Perlina

Perché non esci con me?

Musoduro

Debbo lavorare, Perlina. Ho un immenso materiale da ordinare. Sono impressioni grezze, rudi, senza letteratura ma brucianti, d’una vita impetuosa. Contengono le calorie e i fiati del desiderio carnale e della crudeltà, la rissa delle scintille nelle pile impazzite dei cervelli! Ho molto vissuto, ma amo sempre più il furore del sangue nei muscoli gonfi di odio, amore, ambizione.

Oh! Dopo... quando avrò tutto qui sul tavolo saprò trasfigurare. E finalmente apparirà l’opera ideale di fuoco eterno ed effimero, carezzevole come il sorriso di un bimbo. Sarà un’arte di luce intensa e veloce, ampia e sintetica, viva al punto di dare il senso dell’immortalità, ma alata fuggente già sparita... (Un silenzio) Disgraziatamente questo nostro pianterreno è invaso dalla strada... Troppo rumoroso e troppo umido. Vedi? Con questo caldo bisogna che io mi copra le gambe per difendermi dall’umidità. Dammi la coperta pesante. Qui la notte sento le mie forze abbandonare i miei piedi, il mio ventre, anche il mio petto, per concentrarsi nella mia fronte e nei miei occhi. Questi, Perlina, forano i muri per godere, lontano, fuori della città, i serici riflessi verdi del sole tramontante sulle dune. Perlina, hai intenzione di uscire con Floflò e Sir Roll, questa sera?


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