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Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/372

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Decima sintesi

IL DOGANIERE

Ingombro di carri pieni di libri, giornali, manoscritti con cavalli morti.

IL DOGANIERE

nella buca emergendo fino alla cintura:

Sono il doganiere. Cioè il capo di questa dogana. Cosa leggete sopra la mia testa? Dogana del pensiero. Già, un nuovo tipo di dogana! Ogni pensiero va esaminato dal basso in alto. Altrimenti si truffa il pubblico onesto generoso e fiducioso. Ho il dovere di controllare il passaggio dei cosidetti prodotti geniali della gioventù. Poesie? Originalità? Patriottismo? Sono generi pericolosi! Per fortuna ho un pungiglione critico, la cui punta sente il tabacco della pazzia artistica, l’alcool della novità e i Tartufi dell’immoralità.

Coro di futuristi

che scavalcano il doganiere nella sua buca, cantando sul motivo della Marcia Reale:

Ferrarin, Ferrarin, Ferrarin!


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