Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/472

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Imprecisi

a Sottili:

Venga. Chiudo e ce la svignamo. Altrimenti le solite pratiche, gli amorosi saluti al macchinista. Perderemmo un tempo prezioso. Fra poco cominciano le ore beate del lago... Lei deve godere con me l’arrivo del battello, variopinto e poliodorante di nazioni diverse, voci puntute e pance ricche. Chiuda, chiuda, per carità, la porta-finestra. Il berretto al suo posto! Venga!

Voci

nel crescendo rumoroso del treno:

Attenti! Si scosti! Cosa fa lei, con quello specchio?

Il seduttore di treni

Non mi tocchi! Ho capito. Mi scosterò, ma dopo averlo sedotto.

Voci

Chi, chi?

Il seduttore di treni

Le ripeto che mi scosterò dopo aver sedotto il diretto. Lasci fare. So il mio mestiere. Ecco, l’ho sedotto, viene, viene dove voglio io, sul binario scelto da me. Si fermerà, sta per fermarsi, si ferma... Stop!

Voci

Via! Vada via! Mascalzone! Il diretto non può fermarsi!... Attenti! Il treno deraglia! E’ fuori binario! Scostatevi! (Frastuono e tumulto)

Il macchinista

aprendosi un varco tra la folla che si accalca verso la porta-finestra:


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