Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/327

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19.Ne l’Orto in cinque portici diviso
dan cinque porte al peregrin l’entrata,
e da un custode in su la soglia assiso
la porta d’ogni portico è guardata.
S’entra per ogni porta in Paradiso
lá dove un Giardinetto si dilata,
tal che di spazio egual tra sé vicini
contiene un sol Giardin cinque Giardini.

20.Cinque Giardin la dilettosa Reggia
ne le sue cinque torri inclusi abbraccia,
sí che da’ suoi balcon lunge vagheggia
differente un Giardin per ogni faccia.
Confine un muro ogni Giardino ombreggia,
che stende linea in fuor di mille braccia.
Questo in quadro si chiude, e in mezo lassa
porte, onde l’un Giardin ne l’altro passa.

21.Ciascun canton de’ quattro innanzi sporge
una torre angolare in su la punta,
e la quinta tra lor nel mezo sorge
sí ch’oltre il muro la cornice spunta;
e (come dissi) a dritto fil si scorge
torre da torre egualmente disgiunta;
e con giusta misura arte leggiadra,
i’ non so come, ogni Giardino inquadra.

22.De la porta del portico primiero,
ch’è di cristallo e di zaffir contesta,
vivace e nobil giovane è l’Usciero,
di diverso color sparso la vesta.
Un Avoltoio in pugno, ed un Cerviero
si tiene a piè da quella parte e questa:
un specchio ha innanzi, e ne lo scudo incisa
la generosa che nel Sol s’affisa.